Coltivare il futuro: l’intensificazione sostenibile per l’agricoltura italiana
Di Giulia Maria Marchetti

Da un lato cambiamenti climatici e crisi geopolitiche, dall’altro la richiesta da parte dei consumatori di prodotti italiani, sicuri e di qualità. Nel mezzo gli agricoltori, che negli ultimi anni hanno visto aumentare i costi di produzione, diminuire la manodopera e peggiorare la salute delle colture. Come affrontare tutto questo? La risposta dell’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA) sta in due sole parole: intensificazione sostenibile. Ce ne parla Massimo Tagliavini, professore di arboricoltura della Facoltà di Scienze agrarie, ambientali e alimentari e curatore del manuale sull’Intensificazione Sostenibile dell’AISSA.
“Il termine intensificazione ha assunto un’accezione negativa, probabilmente perché richiama un’agricoltura basata su un elevato impiego di mezzi produttivi con un conseguente costo sociale e ambientale elevato”, spiega Tagliavini. Ma intensificare non significa necessariamente dimenticare la sostenibilità: l’agricoltura può essere infatti intensiva e produttiva e allo stesso tempo garantire alti standard ambientali. Si può produrre di più consumando di meno. “L’idea che sta dietro il concetto di intensificazione sostenibile è quello di inserire più conoscenza e tecnologia nel processo produttivo, traendo vantaggio dai progressi di scienza e tecnologia e seguendo il principio di “more knowledge per hectare” (più conoscenza per ettaro). In questo modo l’agricoltura può progredire a livello produttivo, rimanendo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”, afferma il docente di unibz.
La conoscenza da aggiungere può essere declinata in vari modi. Si parte dalla genetica, che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante “e che avrebbe un potenziale enorme, che rimane inespresso nel nostro Paese a causa di questioni legislative”, spiega Tagliavini, riferendosi alle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), che permettono un miglioramento genetico delle piante in modo veloce e mirato rispetto a quello che potrebbe avvenire in natura, ma che in Europa sono ancora sottoposte a leggi conservative. C’è poi la sensoristica, che consiste nell'uso di sensori per raccogliere dati sulle condizioni di terreno, piante e ambiente e utilizzarli per ottimizzare le pratiche agricole, garantendo un’agricoltura di precisione. “La vera soluzione, però, sta in un approccio olistico che unisca i vari aspetti, dalla scelta delle colture da mettere in campo, alle tecniche più adatte per la coltivazione fino all’analisi della composizione e della fertilità del suolo. A questa va aggiunto il trasferimento tecnologico, dalla ricerca al campo, che deve raggiungere tutti gli specialisti del settore per favorire un’applicazione capillare delle nuove pratiche in tutti i settori interessati”, afferma Tagliavini.
“Negli ultimi anni il settore agricolo italiano ha visto un forte calo delle produzioni, un diffuso abbandono dell’attività agricola e una maggiore dipendenza da importazioni. Ad esempio, in Italia solo il 36% del grano è prodotto a livello nazionale: un dato bassissimo. Negli ultimi anni in Europa, e soprattutto in Italia, c’è stato un grande lavoro per il miglioramento della sostenibilità del settore agricolo. Quello che molti consumatori però non sanno è quanto dobbiamo importare dall’estero, spesso anche da Paesi che non danno garanzie sulla sostenibilità dei prodotti”, avverte Tagliavini.
Per far fronte a questa situazione e supportare lo sviluppo dell’agricoltura italiana, l’AISSA ha pubblicato il volume “Intensificazione sostenibile”, dove è spiegato il ruolo di questa pratica per il futuro dell’agricoltura del nostro Paese. Il manuale si rivolge sia agli operatori del settore agrario, che agli amministratori, ai politici, ai consumatori e alla società civile, e prende in considerazione le diverse filiere del mondo agricolo, nonché i settori zootecnico e della trasformazione, analizzandone i colli di colli di bottiglia e proponendo soluzioni pratiche. Il manuale, curato dal prof. Massimo Tagliavini, contiene contributi da diversi esperti di agraria, tra cui i professori di unibz Roberto Tognetti e Fabrizio Mazzetto, e può essere consultato sul sito dell’AISSA.
Persone nell’articolo: Massimo Tagliavini, Roberto Tognetti, Fabrizio Mazzetto