Micro-Darwin. Le radici invisibili delle Galápagos in mostra
Scattate nell’agosto di quest’anno da Matteo Vegetti, fotografo e videomaker dell’Ufficio stampa della Libera Università di Bolzano, le immagini della mostra Micro-Darwin – Le radici invisibili della Galápagos invitano a conoscere gli ecosistemi delle isole su cui Charles Darwin concepì la teoria dell’evoluzione della specie e a gettare lo sguardo dove quasi nessuno guarda: nel sottosuolo, vero motore della vita in superficie. Le fotografie raccontano il progetto di ricerca Micro-Darwin, uno studio multidisciplinare avviato dai proff. Luigimaria Borruso e Tanja Mimmo (Facoltà di Scienze agrarie, ambientali e alimentari) insieme ai proff. Secil Ugur Yavuz, Aart van Bezooijen ed Elisabeth Tauber (Facoltà di Design e Arti). I primi hanno avviato la caratterizzazione dei suoli dell’arcipelago, integrando eDNA (DNA ambientale) con parametri chimico-fisici del suolo per ricavarne conoscenze utili alla tutela e alla conservazione delle specie vegetali endemiche.
Se la flora e la fauna delle Galápagos sono state oggetto di studi da parte di istituti e università di molti Paesi, unibz è la prima istituzione scientifica a indagare in modo sistematico la biodiversità del sottosuolo delle isole con questo approccio. Il progetto non si ferma però ai laboratori: l’obiettivo è utilizzare il design grafico per restituire i risultati alle comunità locali, attraverso workshop di disseminazione scientifica in collaborazione con la Fondazione Charles Darwin e un racconto per immagini — un leporello illustrato, realizzato con MarameoLab — che attualizza le scoperte di Darwin inserendole in una prospettiva che comprende anche le ricerche odierne sui microrganismi del suolo condotte dagli scienziati di unibz.
«Capire quali comunità di microrganismi vivano nel suolo e come interagiscano con le piante è decisivo per proteggere l’ecosistema delle Galápagos, ma non solo. Speriamo che i risultati che ci aspettiamo dalle nostre ricerche possano rivelarsi utili anche per proteggere ecosistemi e coltivazioni alle nostre latitudini. Questa mostra porta il pubblico nel cuore del nostro lavoro, tra paesaggi, campionamenti e metodi di indagine», afferma la prof.ssa Tanja Mimmo, prorettrice alla Ricerca e responsabile dell’équipe di chimica del suolo che ha effettuato i campionamenti sull’arcipelago.
La mostra, promossa dalla Libera Università di Bolzano, resterà aperta da lunedì 17 novembre a sabato 6 dicembre nello spazio antistante la biblioteca al primo piano del campus di Bolzano centro. Ingresso libero.
Persone nell’articolo: Tanja Mimmo, Luigimaria Borruso, Secil Ugur Yavuz