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Libera Università di Bolzano

Alumni Volti

Dall’Emilia per combattere frodi e sofisticazioni alimentari con gli isotopi

Dal dottorato in unibz al lavoro a Eco-Research. Per Agnese Aguzzoni la ricerca è un contributo concreto alla qualità dei prodotti, ambiente e comunità.

Di Arturo Zilli

Agnese Aguzzoni, ricercatrice di Eco Research, ha svolto il dottorato in unibz. Foto: privata
Agnese Aguzzoni, ricercatrice di Eco Research, ha svolto il dottorato in unibz. Foto: privata

Agnese Aguzzoni, cesenate, è arrivata a Bolzano nel 2015, a 27 anni, con una grande curiosità per tutto ciò che lega la chimica al territorio. Dopo la triennale in chimica industriale a Rimini e la magistrale a Parma, ha scelto di svolgere un dottorato di ricerca alla Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (all’epoca: Facoltà di Scienze e Tecnologie) su un tema molto attuale: la tracciabilità geografica degli alimenti attraverso le analisi isotopiche. In parole semplici: grazie all’analisi dei rapporti tra isotopi di alcuni elementi è possibile riconoscere l’“impronta” che caratterizza in modo univoco l’origine di un prodotto. «Non è solo un marchio: sono parametri oggettivi che possiamo misurare per determinarne davvero l’origine precisa», spiega la ricercatrice che, da diversi anni, lavora presso Eco Research.

Una collaborazione, quella con l’istituto di ricerca bolzanino, che è stata da subito il naturale prolungamento dell’esperienza e della ricerca svolta durante il dottorato, come componente del team di ricerca del prof. Massimo Tagliavini. Terminato il dottorato, dopo due anni da postdoc su progetti di capacity building, Aguzzoni decise di entrare stabilmente in Eco Research, con cui collaborò fin da subito per la parte analitica. Oggi lavora su applicazioni che spaziano dall’agroalimentare all’ambiente, combinando tracciabilità isotopica, analisi multi-elemento e collaborando a nuovi filoni come lo studio delle microplastiche in ambiente e il monitoraggio delle acque — anche in alta quota. Tutte tematiche e aree di ricerca in cui non mancano le ricadute locali ed è questa una delle ragioni per cui la ricercatrice ama il suo lavoro: dalle mele ai cereali della filiera altoatesina gli strumenti scientifici su cui lei ha passato anni e anni a formarsi diventano un alleato contro frodi ed etichettature scorrette, a beneficio di produttori, consumatori e ambiente.

Agnese Aguzzoni nei laboratori di Eco Research. Foto: privata
Agnese Aguzzoni nei laboratori di Eco Research. Foto: privata

La sua giornata tipo non esiste, “ed è un bene”, sottolinea lei. Ci sono periodi interi in laboratorio, quando si entra nel vivo delle sessioni di misura; fasi di elaborazione dati in cui si incrociano risultati, mappe geologiche e coordinate geografiche; momenti di scrittura e confronto con partner di progetto. Lavorare in una realtà contenuta e snella significa anche allargare le proprie aree di intervento oltre la “ricerca pura”: gestione di procedure e attrezzature, piccola amministrazione, divulgazione scientifica. «Si tratta di attività che richiedono tempo e impegno, ma ti costringono a metterti in gioco e a seguire l’intero percorso del progetto, dall’idea al risultato. Può essere faticoso ed è bello vedere come ogni pezzo si tiene», racconta.

Tra le iniziative che più la entusiasmano, c’è l’attività con le scuole di “Science in Depth” (un progetto promosso da Arciragazzi) per avvicinare ragazze e ragazzi alle discipline STEM. È qui che il filo rosso che unisce tra formazione e impatto si vede meglio: ciò che nasce nei laboratori torna alla comunità sotto forma di metodi, servizi e cultura scientifica.

Guardando indietro alla sua decisione di lasciare l’Emilia Romagna per l’Alto Adige, Agnese definisce il dottorato «fondamentale»: non solo per le competenze tecniche, ma per la postura critica, la capacità di leggere dati complessi e di lavorare in squadra su problemi aperti. E c’è un messaggio chiaro per chi sogna di fare ricerca in l’Alto Adige: il territorio offre un ecosistema ricco di attori — università e centri indipendenti — capace di attirare e trattenere energie e talenti. È anche una scelta di vita, per chi viene da fuori ma ne vale la pena: «Rimanere qui è stata una buona opportunità, non solo per il lavoro ma anche per la buona qualità della vita quotidiana», confessa Aguzzoni.

Con Agnese, l’università assolve fino in fondo al suo compito: forma ad alto livello giovani ricercatori che poi mettono al servizio del tessuto economico e sociale le competenze che con il loro impegno quotidiano hanno accumulato negli anni di studio nelle aule e nei laboratori dell’università. Un po’ come gli isotopi raccontano l’origine dei prodotti che abbiamo sulla nostra tavola, così la formazione racconta anche il percorso di carriera di una ricercatrice come Agnese Aguzzoni.