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Bildung Gesellschaft

“Imaginative Education”: una proposta innovativa per la scuola

L’approccio pedagogico proposto dal MultiLab della Facoltà di Scienze della Formazione mira ad una formazione a tutto tondo dei bambini e delle bambine attraverso l’immaginazione.

Von Giulia Maria Marchetti

Il prof. Federico Corni nel corridoio della sede di Bressanone.
Il prof. Federico Corni. Foto: unibz

Introdurre i concetti scolastici ai bambini fin dalla prima infanzia sfruttando l’immaginazione. Questo è quello che propongono Federico Corni e Hans U. Fuchs attraverso un approccio didattico che scardina le concezioni tradizionali dell’educazione.

Il progetto “Imaginative Education”, proposto dal MultiLab si rifà all’omonima metodologia sviluppata dal filosofo canadese dell’educazione Kieran Egan, che va oltre gli approcci pedagogici tradizionali puntando invece sull’apprendimento mediato da un potenziamento dell’immaginazione. Scopo del progetto è tradurre questa filosofia nel contesto italiano attraverso un percorso di ricerca e formazione che coinvolge gli insegnanti, rendendoli attori principali di questa nuova concezione dell’educazione.

Il progetto è partito due anni fa e ha visto il gruppo di ricerca del MultiLab impegnato in diversi incontri incentrati sul mondo delle scienze. Imaginative Education, però, non si limita alla comprensione dei fenomeni naturali, ma si propone come approccio educativo transdisciplinare, permeante l’intero curriculum educativo dei bambini. Da quest’anno, il lavoro con gli insegnanti si concentra sullo studio della teoria sulla quale si basa la metodologia dell’Imaginative Education, in modo tale da poterla traslare ad ogni tipo di disciplina. Inoltre, una volta formati, questi insegnanti svolgono un’attività di “peer tutoring”, ovvero coinvolgono e trasmettono le loro conoscenze anche ad altri insegnanti, in modo che possano gradualmente integrarle nel loro insegnamento.

“Gli obbiettivi del percorso immaginativo sono quelli di favorire lo sviluppo degli strumenti cognitivi dei bambini e delle bambine, ovvero le modalità attraverso le quali si mettono in contatto e scoprono la realtà”, spiega Corni, “I bambini e le bambine della scuola dell’infanzia, ad esempio, sono nella fase in cui imparano a parlare e si dotano di una serie di strumenti cognitivi, tra cui le storie, le metafore e i ritmi, ed è quindi importante sfruttare questi mezzi per introdurre loro alla scoperta del mondo. La nostra idea è quindi quella di proporre una nuova concezione delle attività scolastiche, considerandole non più degli obbiettivi, ma dei mezzi attraverso i quali i discenti possano essere supportati nello sviluppo dei loro strumenti cognitivi”.  

“La bambina e il bambino sono il fulcro dell’approccio: si parte proprio da loro tenendo in considerazione le fasi di sviluppo del linguaggio e conseguentemente valutando quali strumenti cognitivi vengano acquisiti in ciascuna di esse. Il nostro obiettivo è quello di mettere al centro di questo processo di crescita e sviluppo l’esperienza diretta del mondo”, spiega Carla Cardinaletti, pedagogista del gruppo.

Il progetto è portato avanti da Corni insieme al gruppo di ricerca del MultiLab, costituito da Carla Cardinaletti, pedagogista e assegnista di ricerca, Alessandro Gelmi, ricercatore del gruppo, Monica Parricchi, professoressa di Pedagogia, Chiara Puecher, dottoranda alla Facoltà di Scienze della Formazione, Hans U. Fuchs, professore di fisica dell’University of Applied Sciences at Winterthur, che da tempo lavora al progetto sulle scienze con il professor Corni, e la professoressa Barbara Caprara, dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

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