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Free University of Bozen-Bolzano

Students Event Company Collaboration

Industry Day 2024. Buone pratiche nel trasferimento di conoscenze

Il 26 settembre, professori, ricercatori, studenti e tutor aziendali di unibz hanno presentato alcuni dei progetti di ricerca e dei tirocini concretizzati in collaborazione con imprese.

By Editorial Team

Tante persone siedono nell'Aula Magna durante l'Industry Day 2024
Il Direttore unibz Günther Mathà, il Rettore Prof. Paolo Lugli, il Prof. Alex Weissensteiner e Heiner Oberrauch all'Industry Day 2024 (prima fila da sin. a des.). Foto: unibz

“Questo evento vuole essere una vetrina su ciò che è stato fatto finora e un invito al mondo imprenditoriale a realizzare ulteriori sinergie”, ha affermato l’organizzatore, il prorettore alla ricerca, prof. Johann Gamper.

Materiali isolanti sostenibili per pareti in calcestruzzo, soluzioni robotizzate per il remanufacturing, un centro di formazione basato sulla realtà aumentata per la messa a punto di lavorazioni complesse. Queste sono solo alcune delle nove best practices presentate in occasione del secondo Industry Day della Libera Università di Bolzano che si è tenuto ieri pomeriggio nel nuovo campus di Ingegneria al NOI Techpark. L’evento, organizzato in stretta collaborazione con Confindustria Alto Adige, è stato pensato per illustrare a potenziali partner di progetto dell’economia locale i molti modi in cui le aziende del territorio possono trarre vantaggio dal rapporto con l’ateneo di casa.

Come dimostrato anche dal programma dell’Industry Day, ad oggi tante aziende altoatesine hanno colto l’opportunità di realizzare i loro progetti di innovazione con il supporto delle competenze dei ricercatori della Libera Università di Bolzano. Nel corso dell’Industry Day, diverse équipe di ricerca di unibz hanno illustrato i punti salienti delle collaborazioni avviate con imprese come Durst, Loacker, GKN Powder Metal, Global Wafers, Progress Group, Tratter Engineering, Confidi o IIT. “Molti dei progetti presentato sono orientati allo sviluppo tecnologico”, ammette il prof. Johann Gamper, prorettore alla ricerca e organizzatore dell’evento, “tuttavia abbiamo presentiamo anche progetti di collaborazione che hanno riguardato le Facoltà di Scienze agrarie, ambientali e alimentari, quella di Economia o di Scienze della Formazione. Un esempio? Uno studio per l’autostrada A22, che indaga l’impatto sociale della mobilità sostenibile con l’idrogeno sulle province di Bolzano e Trento”.

Secondo Gamper, negli ultimi anni unibz si è spesa molto per la cooperazione con gli attori economici locali nell’ambito della cosiddetta Terza Missione (trasferimento della conoscenza dall’università al territorio di riferimento), anche grazie alla buona collaborazione con Confindustria Alto Adige e all’attenzione del rettore uscente di unibz, prof. Paolo Lugli. La missione delle università di trasferire la conoscenza e contribuire così allo sviluppo del territorio si è affermata negli ultimi decenni come terzo pilastro delle università accanto all’insegnamento e alla ricerca. Resta comunque molto potenziale non sfruttato per la collaborazione tra imprese e università di Bolzano. Sfruttarlo in misura maggiore può anche essere finanziariamente gratificante per le aziende. Dopo tutto, esistono numerosi programmi di finanziamento europei e regionali che danno ulteriore impulso alla cooperazione tra ateneo e istituzioni di ricerca e aziende. Tra questi, recentemente, anche i fondi del PNRR. Una fonte permanente di finanziamento per progetti di ricerca congiunti è, ad esempio, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Anche il bando Fusion Grant, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, e la legge provinciale 14/2006 “Ricerca e innovazione” offrono ulteriori opportunità. “Oltre a queste fonti di finanziamento, unibz, come altre università in tutta Europa, offre la possibilità di stipulare contratti di ricerca a contratto con i professori”, sottolinea Gamper.

“Quando ho assunto il rettorato di unibz, questi fondi UE potevano essere utilizzati solo per progetti di aziende o istituti di ricerca”, spiega il rettore uscente Prof. Paolo Lugli. Su suo suggerimento, è stata creata la possibilità di promuovere collaborazioni anche con la Provincia di Bolzano. “Ma dovremmo approfondire ulteriormente il nostro scambio e abbiamo bisogno di un impegno finanziario ancora più forte da parte della comunità imprenditoriale”, ha detto il Prof. Lugli, rivolgendosi agli imprenditori presenti. “Che si tratti di ricerca congiunta, ma anche di cattedre in dotazione, tesi di dottorato per le aziende, borse di studio e stage”.

Oltre alla ricerca congiunta, le aziende traggono chiaramente vantaggio anche da iniezioni di collaboratori preparati, a volte anche prima che gli studenti si laureino, come è stato dimostrato anche da una sessione apposita nel programma dell'Industry Day. Aziende come Leitner, Rothooblaas, Alperia e Microtec hanno raccontato il contributo che gli studenti in tirocinio hanno potuto garantire ai loro processi produttivi.

Alla luce della carenza locale di manodopera qualificata, la vicinanza delle aziende all’università è più che mai richiesta, come ha sottolineato Heiner Oberrauch, presidente di Confindustria Alto Adige: “È importante che il maggior numero possibile di studenti entri in contatto con le nostre imprese durante il percorso degli studi, perché l'Alto Adige non è solo un luogo bellissimo in cui vivere, ma anche la sede di molte imprese altamente innovative. Il nostro compito comune è quello di organizzare al meglio l’interazione tra il mondo del lavoro, dello studio e degli istituti di ricerca”.

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