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Freie Universität Bozen

L’Alto Adige si prepara ai cambiamenti climatici con il progetto CoolST

CoolST studia i sistemi di raffrescamento presenti in Alto Adige per far fronte ai cambiamenti climatici.

Von Giulia Maria Marchetti

Uomo con maglione scuro in un corridoio luminoso.
Giovanni Pernigotto. Foto: unibz

Analizzare i sistemi di raffrescamento dell’Alto Adige per prevedere le esigenze energetiche future e sviluppare una strategia per farvi fronte. Questo è l’obbiettivo del progetto CoolST, nato dalla collaborazione tra unibz, Eurac Research, Fraunhofer e Centro di Sperimentazione Laimburg per affrontare i cambiamenti climatici in atto.

Il cambiamento climatico si manifesta in molteplici forme. Una delle più tangibili, e misurabili, è quella dell’incremento della temperatura. Un gruppo di ricercatori e ricercatrici di unibz, Eurac Research, Fraunhofer e del Centro di Sperimentazione Laimburg ha deciso di affrontare il problema osservandolo da un punto di vista alternativo ed innovativo, andando ad analizzare il mercato del raffrescamento in Alto Adige. Il progetto CoolST, finanziato da un bando di ricerca promosso all’interno del Piano Clima Alto Adige 2040 e nato da una collaborazione tra l’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research, il gruppo di lavoro di Giovanni Pernigotto, professore di Fisica Tecnica Ambientale di unibz, Fraunhofer Italia e il gruppo di Frigoconservazione del Centro di Sperimentazione Laimburg, mira infatti a stimare i consumi energetici per il mercato del raffrescamento dell’Alto Adige fino al 2040.

L’incremento delle temperature che stiamo osservando negli ultimi anni, infatti, causa e continuerà a causare un aumento sempre maggiore dei costi energetici legati al raffrescamento degli ambienti. Non si parla solo di edifici e abitazioni, ma anche del settore dei trasporti e di quello alimentare e industriale, come ad esempio quello dello stoccaggio di alimenti. Il progetto mira a stimare il numero di apparecchi di raffreddamento presenti oggi in Alto Adige, divisi per settore di impiego, e di determinare il tipo di tecnologie in uso per creare una fotografia dello stato attuale nella nostra provincia.

I dati raccolti verranno poi inseriti nella CoolST Platform, una piattaforma che raccoglie non solo i dati sullo status quo, ma anche quelli relativi a possibili scenari futuri. Il gruppo di lavoro del professor Pernigotto si occuperà infatti di fare simulazioni energetiche che permetteranno di formulare diversi scenari futuri. “Vogliamo creare una matrice che comprenda diversi fattori esterni: non solo parametri climatici, quali ad esempio la temperatura, ma anche fattori socioeconomici, come la diffusione di diverse tecnologie per il raffrescamento, e possibili misure di mitigazione, che riguardano sia delle pratiche che possono adottare i cittadini e le aziende, sia l’installazione di nuovi impianti di raffreddamento”, spiega il professor Pernigotto. “Per ciascuna combinazione di questi fattori potremmo fare diverse stime, come ad esempio prevedere il consumo elettrico futuro. Questi dati potranno poi essere usati dalla classe dirigente per definire delle strategie di mitigazione ottimali per l'Alto Adige in vista del raggiungimento degli obiettivi climatici”, continua il professore. Il progetto, però, non ha come destinatari solamente la classe politica: la piattaforma sarà infatti consultabile anche dai cittadini, che potranno vedere i possibili risultati delle diverse azioni intraprese.

“Questo progetto rappresenta un’occasione unica per (ri)scrivere il futuro dell’Alto Adige: sensibilizzare i cittadini e la classe politica verso l’adozione di soluzioni di mitigazioni sostenibili, anche alternative all’installazione di nuovi impianti raffrescanti, potrebbe essere la chiave per favorire un corso degli eventi più sostenibile rispetto a quanto visto in altri territori già fortemente colpiti dal cambiamento climatico”, conclude il professore.

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