Quelle parole che “sanno di casa”
By Giulia Maria Marchetti

Avete mai sentito parlare del Talian? È un patrimonio di lingua e cultura veneta che, nonostante la distanza dall’Italia, è sopravvissuta e si è radicata in Brasile. Parlato da quasi mezzo milione di persone, discendenti di emigrati veneti, è studiato da ricercatori di linguistica della Facoltà di Scienze della Formazione. La scorsa settimana Alice Antonello, studentessa del dottorato in Linguistica, ha presentato la sua ricerca sul Talian durante l’”Heritage Languages Study Day”, una giornata dedicata ai dottorandi in linguistica che lavorano sulle lingue ereditarie durante la quale i ricercatori hanno discusso i risultati raggiunti e le sfide future in questo ambito.
Le heritage languages, o lingue ereditarie, sono lingue ereditate dalla famiglia o dalla comunità durante l’infanzia e che spesso non corrispondono alla lingua dominante del luogo in cui si vive. A differenza delle lingue minoritarie, che vengono generalmente parlate da una piccola parte della popolazione e sono spesso protette da politiche di tutela linguistica, le heritage languages si distinguono per la loro storia di migrazione, che è ancora fortemente percepita dalla comunità che le parla. Queste lingue possono essere utilizzate anche all’interno di una piccolissima comunità, talvolta limitata ad una singola famiglia. Sebbene rappresentino un pilastro dell'identità culturale e familiare, rischiano spesso di essere progressivamente abbandonate a favore della lingua ufficiale, anche perché non tutti i membri della comunità acquisiscono piena competenza nella loro forma scritta e parlata.

Nel suo progetto di dottorato Antonello si dedica allo studio del Talian, una lingua ereditaria nata dal contatto tra il dialetto veneto e il portoghese e sviluppatasi a seguito della migrazione italiana in Sud America a partire dal 1870. Questa lingua è parlata soprattutto in Brasile – si stima, in eccesso, da circa 500.000 persone - ma esistono comunità anche in alcune aree del Messico e dell'Argentina.
Per comprendere come il portoghese abbia influenzato e continui a influenzare la trasmissione del Talian Antonello ha trascorso tre mesi in Brasile intervistando diverse famiglie a Caxias do Sul, una città di quasi mezzo milione di abitanti, e a Flores da Cunha, una cittadina rurale situata nelle campagne vicine. “Durante la Seconda guerra mondiale, in Brasile era vietato parlare il Talian, così come il tedesco, a causa dello schieramento opposto del paese nei confronti dei due stati europei. Questa politica ha profondamente influenzato la trasmissione del Talian: molte famiglie, che all'epoca parlavano esclusivamente il Talian, sono state costrette ad apprendere il portoghese, e si è instaurato un marcato stigma nei confronti della lingua, associandola al mondo agricolo e a un'immagine di arretratezza, similarmente a quanto accade ancora oggi con molti dialetti italiani", spiega Antonello.

Durante il suo periodo di ricerca in Brasile, Antonello ha potuto studiare l’influenza di questa campagna linguistica sulla trasmissione del Talian nelle comunità locali, constatando un impatto nettamente maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. Le interviste hanno permesso ad Antonello di determinare il livello di permeazione del portoghese all’interno del Talian e di rilevare una forma quasi immutata di quest’ultimo nelle comunità di campagna, più isolate e meno controllate, rispetto alle città, dove i discendenti dei migranti italiani parlano un portoghese arricchito da contaminazioni di Talian. “La ricerca sulle lingue ereditarie si sta concentrando proprio su quello che noi chiamiamo language shift, ovvero il passaggio dalla lingua ereditaria alla lingua dominante. Sembra che ci siano delle regolarità in questo passaggio: un esempio sono i segnali discorsivi, come “sai” e “no”, che sembrano essere molto più permeabili dalla lingua maggioritaria verso la lingua ereditaria. Mi è capitato spesso di incontrare persone che parlano perfettamente il Talian, ma inseriscono un intercalare in portoghese, come ad esempio “sabe”, corrispondente al nostro “sai””, spiega Antonello.
Oggi il Talian sta vivendo una sorta di rinascita: è sempre più riconosciuto a livello culturale e numerose iniziative mirano a tutelarlo, attraverso la realizzazione di grammatiche, dizionari e programmi di insegnamento nelle scuole. Questa lingua, oggi associata all’Europa, sta acquisendo prestigio anche all’interno delle comunità brasiliane, permettendo la riscoperta di un tesoro che rischiava di andare perduto.