Leggere il futuro… dei processi: premiato lo studio visionario dieci anni dopo
By Giulia Maria Marchetti
Come prevedere l’evoluzione di un processo ancora in corso? È questa la domanda che, dieci anni fa, ha guidato un gruppo di ricercatori verso un’intuizione diventata oggi un punto di riferimento internazionale. Il loro lavoro, pubblicato nel 2015, è stato recentemente premiato con il secondo posto del Test of Time Award alla 23esima Conferenza Internazionale sul Business Process Management (BPM 2025), la più prestigiosa in questo campo di studi, quest’anno tenutasi a Siviglia.
Ogni organizzazione, che sia un’azienda, una banca o un ospedale, è composta da processi: una richiesta di mutuo da valutare, un paziente da curare, una domanda di ammissione da processare. Tutte queste attività generano dati che, se analizzati correttamente, possono offrire preziose previsioni. Il campo del Predictive Process Monitoring (monitoraggio predittivo dei processi, ndr.) studia proprio questo: come usare i dati storici, quelli relativi ai processi passati, per anticipare l’esito di processi ancora in corso.
Fino a dieci anni fa una delle difficoltà principali era tradurre queste sequenze di eventi in una forma comprensibile agli algoritmi di machine learning, un sottogruppo di algoritmi che fanno parte della più grande famiglia dell’intelligenza artificiale e che lavorano con numeri e non con descrizioni testuali o narrative. Nel 2015, quando non si parlava ancora di intelligenza artificiale in modo estensivo, la ricercatrice Anna Leontjeva, allora dottoranda all’Università di Tartu, in Estonia, insieme a diversi colleghi, tra cui Fabrizio Maria Maggi (oggi professore di Information Security alla nostra Facoltà di Ingegneria), introdusse per la prima volta i cosiddetti index-based encodings. Queste nuove rappresentazioni trasformavano i dati dei processi in sequenze numeriche capaci di catturare la complessità e la logica nascosta negli eventi, aprendo la strada a previsioni molto più accurate.
“Dopo la pubblicazione di quello studio il campo del Predictive Process Monitoring è esploso”, spiega il professor Maggi, “Queste tecniche si sono diffuse rapidamente e sono state applicate in tantissimi contesti diversi. Ancora oggi, a distanza di dieci anni, vengono utilizzate e citate da numerosi studi a livello internazionale. Questo approccio può essere sfruttato per tante applicazioni diverse: prevedere se un paziente potrà essere dimesso in tempi brevi, se un cliente sarà soddisfatto di un servizio, o se un prodotto avrà successo sul mercato diventa possibile grazie all’analisi delle sequenze di eventi registrati”.
Il premio ricevuto a BPM 2025 certifica proprio questo: la capacità di un lavoro di resistere alla prova del tempo, continuando a influenzare la ricerca e a trovare applicazioni concrete. Il Test of Time Award viene infatti assegnato ogni due anni agli articoli nel campo del Business Process Management che hanno avuto l’impatto più duraturo nel decennio precedente (in questo caso 2015–2025).
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