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Free University of Bozen-Bolzano

In Alto Adige per migliorare l’efficienza energetica, un edificio alla volta

Da un semplice periodo di formazione ad una scelta lunga una vita: la storia di Anna Maria Atzeri, l’ingegnera sarda che ha fatto dell’Alto Adige la sua casa.

By Giulia Maria Marchetti

Donna con capelli castani corti, in giacca turchese, in piedi a braccia conserte davanti a uno sfondo scuro.
Foto: privata

Anna Maria Atzeri nasce e cresce a Cagliari, dove frequenta l’Università e si laurea nel 2002 in Ingegneria edile. Lavora per alcuni anni come libera professionista nel settore edilizio in Sardegna, dovendo affrontare da giovane professionista la grossa crisi che ha colpito il settore edilizio tra il 2008 ed il 2010. “In quegli anni il mercato edilizio era completamente fermo: a livello lavorativo non era semplice”, racconta Atzeri, “Per questo mi sono decisa a puntare sulla formazione e mi sono iscritta ai corsi offerti dall’Agenzia CasaClima per conseguire la qualifica di consulente energetico CasaClima”.

Durante i corsi Atzeri viene a conoscenza del Master di II livello CasaClima, offerto dall’allora Facoltà in Scienze e Tecnologie (ora Facoltà di Ingegneria) della Libera Università di Bolzano, che decide di intraprendere nel 2010. Proprio quell’anno la professoressa Cristina Benedetti, coordinatrice del Master, aveva introdotto nel programma di studio moduli dedicati alla simulazione dinamica degli edifici, gestiti dai professori Andrea Gasparella e Marco Baratieri.

La simulazione dinamica degli edifici è una tecnica di analisi che utilizza modelli matematici e software specializzati per riprodurre in modo dettagliato il comportamento energetico e ambientale di un edificio istante per istante durante tutto l’anno. A differenza del calcolo semi-stazionario, che offre una fotografia semplificata più adatta a variazioni minori come quelle che avvengono durante la stagione invernale, la simulazione dinamica permette di capire come l’edificio reagisce nel tempo a vari fattori interni ed esterni, tra cui il clima, le persone e le attrezzature presenti, oltre alle caratteristiche dell’edificio stesso.

Per la tesi finale Atzeri decide di proseguire il percorso con il professor Gasparella. “Mi affascinava molto l'idea di studiare come un edificio si comporta, soprattutto durante l’estate, che è la stagione più problematica nella mia regione”, spiega, “La simulazione dinamica offre un ottimo approccio di analisi che permette di rappresentare realisticamente e in modo dettagliato il comportamento degli edifici, ed è particolarmente interessante per analizzare i periodi estivi, quando si registrano grandi variazioni nelle condizioni esterne nel corso della giornata”.

Dopo la tesi, Atzeri decide di rimanere ad unibz per conseguire un dottorato di ricerca in Sustainable Energy and Technologies e proseguire come ricercatrice per altri due anni nel laboratorio del professor Gasparella. “L'esperienza del dottorato è stata molto bella, sia dal punto di vista umano che professionale, perché mi ha consentito di approfondire molti aspetti legati alla simulazione dinamica e all'analisi del comportamento degli edifici che da progettista non sarei riuscita a sviluppare”, racconta, “Allo stesso tempo, però, mi ha fatto capire che la carriera universitaria non era la strada giusta per me”.

Dopo un anno e mezzo in uno studio di progettazione a Bolzano, nel 2019 Atzeri torna alle sue origini professionali e inizia a lavorare per l’Agenzia CasaClima, dove si occupa di formazione, collabora a diversi progetti europei sulle riqualificazioni energetiche ed è attiva nel reparto di ricerca e sviluppo. Qui si dedica all’elaborazione di protocolli di sostenibilità degli edifici – in particolare per strutture ricettive e uffici – che, oltre all’analisi energetica, includono altri aspetti legati alla sostenibilità, come l’impatto ambientale dei materiali impiegati, la gestione delle risorse idriche e il comfort indoor.

“Quando mi sono trasferita a Bolzano per il dottorato non intendevo rimanere”, racconta Atzeri, “La mia idea era quella di completare la mia formazione e tornare a casa per spendere le nuove competenze lavorando come progettista. Mi sono però resa conto che l’Alto Adige era un territorio dove potevo valorizzare più facilmente e in maniera più soddisfacente la professionalità che avevo costruito. Per chi, come me, viene da fuori, l’impatto con Alto Adige è abbastanza forte, soprattutto non conoscendo la storia del territorio. Ma se si riescono a coglierne gli aspetti positivi, che secondo me sono tanti, si scopre un territorio estremamente stimolante, anche dal punto di vista culturale”.

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