Imparare l'economia con la tv
By Mirco Tonin
Novembre è il «Mese dell'Educazione Finanziaria» e ci sono state molte iniziative volte a sensibilizzare la popolazione. Si tratta di una attività necessaria per due motivi. Il primo è che il livello di conoscenza in Trentino-Alto Adige, così come nel resto d'Italia, è molto basso. Il secondo è che facciamo continuamente scelte che richiedono consapevolezza su questi temi e rischiamo di commettere leggerezze ed errori che si possono rivelare molto costosi. Accedere a un mutuo, comprare un prodotto finanziario o assicurativo... o anche solo scegliere un contratto telefonico possono diventare un «salto nel buio» per chi non riesce a comprenderne i meccanismi di base.
Per quanto lodevoli, queste iniziative non possono però essere sufficienti a cambiare realmente la situazione. Quello che serve è un impegno costante e diffuso, in grado di raggiungere ampi strati della popolazione, e soprattutto le persone che non si interessano di temi economici o finanziari, magari perché li ritengono troppo complicati o terribilmente noiosi. Il rischio, come al solito, è quello di «predicare ai convertiti», mentre le persone che avrebbero più necessità di formazione sono difficili da raggiungere.
Uno spunto interessante riguardo a questo viene da uno studio appena pubblicato a firma di Francesco Principe, dell'Università di Bergamo, e Vincenzo Carrieri, dell'Università della Calabria. La ricerca indaga come la televisione, in particolare i programmi di cucina, influenzi le abitudini alimentari e la salute. Utilizzando dati relativi al passaggio dell'Italia alla tv digitale, che ha significativamente aumentato la disponibilità di programmi di cucina, i ricercatori hanno osservato un cambiamento positivo nelle scelte alimentari e nella salute delle persone. La transizione, avvenuta nelle varie regioni tra ottobre 2008 e luglio 2012, ha portato a un aumento delle ricerche online di contenuti legati alla cucina, all'acquisto di ingredienti più sani e alla riduzione del consumo di grassi e cibi trasformati. Questo comportamento è stato associato a una riduzione dell'obesità, in particolare tra i telespettatori abituali. L'analisi evidenzia che l'esposizione ai programmi di cucina favorisce l'apprendimento attraverso l'osservazione, incoraggiando una cucina casalinga più sana.
Questi risultati suggeriscono che i media, attraverso il cosiddetto edutainment o «intrattenimento educativo», possono efficacemente modellare i comportamenti e promuovere stili di vita più sani, non solo in cucina, ma potenzialmente anche in banca e online. La televisione è stata, negli anni Sessanta del secolo scorso, uno dei mezzi per alfabetizzare ampi strati della popolazione che non era in grado di leggere e scrivere. Potrebbe ora contribuire, producendo contenuti al contempo coinvolgenti ed educativi, a diffondere altri tipi di alfabetizzazione, inclusa quella economico-finanziaria. Ce ne sarebbe veramente bisogno.
Editoriale pubblicato il 26.11.2024 sul quotidiano "Corriere dell'Alto Adige"